Bloccanti del recettore della angiotensina e rischio di cancro nelle persone che assumono antipertensivi


Uno studio di coorte ha si è posto l’obiettivo di verificare l’esistenza di una associazione tra uso di bloccanti del recettore della angiotensina ( anche detti sartani ) e rischio di cancro.

Lo studio ha analizzato il rischio di tumore nelle persone trattate con sartani rispetto agli inibitori dell’enzima di conversione dell'angiotensina ( ACE inibitori ).

Lo studio si è basato sui dati del General Practice Research Database, e si riferivano a 377.649 nuovi utilizzatori di bloccanti del recettore dell'angiotensina o di ACE-inibitori con almeno un anno di trattamento iniziale.

La principale misura di esito era l’hazard ratio ( HR ) aggiustato per tutti i tumori e per i principali tumori sito-specifici ( mammella, polmone, colon, prostata ) in base alla esposizione a sartani e alla durata cumulativa di utilizzo.

Il periodo osservazionale è stato in media di 4.6 anni dopo l'inizio del trattamento; sono stati osservati 20.203 tumori.

Non c'è stata evidenza di un aumento del rischio complessivo di tumore tra i soggetti mai esposti a bloccanti del recettore della angiotensina ( HR=1.03, P=0.10 ).

Per i tumori specifici, si è rilevata qualche evidenza di un aumentato rischio di carcinoma alla mammella e alla prostata ( HR=1.11, P=0.02 e HR=1.10, P=0.04, rispettivamente ), che in termini assoluti corrisponde a un valore stimato di 0.5 e 1.1 casi in più, rispettivamente, per 1000 anni-persona di follow-up tra i soggetti con il più alto rischio di base.

Una maggiore durata del trattamento non è sembrata associata a un rischio più elevato ( P maggiore di 0.15 in ogni caso ).
C’è stata una diminuzione del rischio di cancro al polmone ( HR=0.84 ), ma nessun effetto sul tumore del colon ( HR=1.02 ).

In conclusione, l'utilizzo di sartani non è risultato associato a un aumentato rischio di cancro in generale.
Gli aumenti dei rischi osservati per il cancro al seno e alla prostata sono stati piccoli in termini assoluti, e la mancanza di associazione con la durata del trattamento induce a non-escludere una relazione non-causale. ( Xagena2012 )

Bhaskaran K et al, BMJ 2012; 344: e2697

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